IN FRANCIA CON CERTI STALLONI, CI AVREBBERO COPERTO ANCHE LE CAPRE! MODA, ESTEROFILIA O PURO CASO?
- Luca Giannangeli

- 3 ore fa
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Lo ammetto non sono certo un veterano, ma da quando nel 2012 ho messo piede anzi, stivale nel mondo dell'endurance, me ne sono innamorato perdutamente.
A parlare è Andrea Forni, ristoratore dell'alta valle del Piave e grande appassionato di endurance e cavalli da corsa; si è incrociato con Sportendurance con alcuni messaggi su FaceBook, poi whats'app, poi telefonate dunque la stima e l'amicizia nata con Luca Giannangeli che da ormai quasi 25 anni dedica la sua vita all'endurance cercando di divulgarlo in maniera camaleontica adattandosi ai cambiamenti del mondo, dalla carta al web, ai social ecc.
Ma torniamo ad Andrea che di seguito parla in prima persona
- L’allevamento mi ha stregato fin da subito. Ho trascorso ore e ore a spulciare registri anagrafici equini, genealogie infinite, linee di sangue che sembravano romanzi familiari.
E' diventata una sorta di ricerca compulsiva delle novità, delle tendenze del momento a cui tutti vanno dietro.

Confesso all’inizio ci sono cascato pure io, travolto dal fascino dell’ “ultimo stallone miracoloso” fino al giorno in cui un mio caro amico che di cavalli fidatevi, ne ha visti, mi disse:
“Andrea, all’inizio vuoi tutto. Poi studi, capisci e scopri che tutto non puoi averlo.
È allora che scegli la tua strada”
ehhh quanta ragione aveva...
Guardando l’ultima decade dell’allevamento nazionale, secondo il mio umile ma testardo parere, ci sono tre grandi riproduttori che non hanno avuto nemmeno la metà del riconoscimento che meritavano.
Potrei star qui un’ora a spiegarvi il perché, ma facciamo un gioco, vi do solo gli indizi.
Vediamo quanto siete preparati 😉
Il primo, figlio di Prizrak con linea materna da Mechta.
Il secondo, da Persik su linea materna da Dielfa.
Il terzo, da Melfik d'Alauze per Sam Kai Khan.
Come direbbe il buon Ivano Scotti (che con Florioli qualche cavallo l’ha visto davvero):
“In Francia, con stalloni così, avrebbero coperto pure le capre!”
E non ha tutti i torti.

Se questi tre, almeno in parte, un segno lo hanno lasciato nell’endurance italiano, ci sono altri due soggetti che invece non hanno avuto neanche la fortuna di essere presi in considerazione.
Il primo lo cito senza timori reverenziali: Sulus del Pillo (1994), un soggetto straordinario, diretto da Zulus con madre pura Crabbet.
L’ho inseguito per mesi, e quando finalmente lo trovo... il proprietario mi dice:
“Eh, troppo tardi… l’ho appena castrato, dava fastidio alle vacche.”
Lo ammetto, una lacrima mi è scesa.
Il secondo, invece, ve lo lascio indovinare.
Figlio di un grigio da Probat x Piezec, piuttosto noto e di una madre piena sorella di Wagram, sì, proprio quel Wagram, uno stallone davvero straordinario, che per dimostrare tutto il suo valore ha dovuto lasciare la Polonia e attraversare l’oceano fino al Sud America.

Ebbene questo soggetto è rimasto per anni disponibile in provincia di Verona, dove in realtà era tenuto in grande considerazione per lo show, anche se, inspiegabilmente, nessun allevatore di endurance lo ha mai utilizzato.
Poi, ironia della sorte, è stato acquistato in Svezia, dove ha trovato lustro e valorizzazione, anche se non certo nel nostro amato endurance.
E così, mentre noi continuiamo a farci abbagliare dal “nuovo che luccica”, i veri diamanti restano spesso nascosti o peggio, castrati sotto la polvere delle mode!!
@AndreaForni
...in foto di copertina Persik e Yves Richardier, colui che lo scelse per coprire le sue fattrici.














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