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ENDURANCE E AMICIZIA: LA STORIA CHE HA COMMOSSO IL MONDIALE

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Yari Perrotti e Bandito Nek, un’impresa con il cuore: 14° ai Mondiali Endurance Giovani Cavalli in memoria dell’amico Pierluigi Pellegrini.

FRANCIA – Il cielo sopra i 120 km di gara era terso, ma gli occhi di Yari Perrotti erano pieni di ricordi, di promesse, di emozioni.

Lo aveva giurato: “Pierluigi, ci andrò comunque, per te e così è stato.

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Ai World Endurance Championship for Young Horses 2025 di Jullianges, Yari ha onorato quel voto sacro, tagliando il traguardo in 14ª posizione ma con una vittoria nel cuore ben più grande.

Doveva esserci anche Pierluigi, il suo migliore amico, il compagno di mille avventure, l’ombra costante ad ogni gara ma la vita aveva altri piani e con la sua brutalità, se l’è portato via troppo presto. Nonostante la malattia, Pierluigi aveva cercato di essere sempre presente in campo gara, tra le difficoltà, negli sguardi silenziosi che solo i veri amici condividono.


Yari, Angelo e Luca Pellegrini
Yari, Angelo e Luca Pellegrini

Yari, oggi, ha corso anche per lui.


Ad accompagnarlo in questa toccante impresa, c'erano i fratelli di Pierluigi – Angelo e Luca, saliti sull’aereo per Lione con il cuore colmo di dolore e orgoglio e l’insostituibile Massimo Verna, una figura chiave per il supporto fisico e soprattutto, morale. “A lui non smetterò mai di dire grazie”, ha detto Yari tra le lacrime.

Ho avuto il piacere di conoscere i fratelli Luca e Angelo e ho capito come mai a Pierluigi fossi così affezionato, due persone belle, umili, di cultura, vere, come lui.


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L'abbraccio con l'amico Massimo Verna
L'abbraccio con l'amico Massimo Verna

La gara? Emozionante, dura, viscerale. Yari è rimasto tra i primi per buona parte del percorso, dimostrando grinta, preparazione e un cuore grande quanto il tracciato francese.

Solo verso la fine ha rallentato e qui non è chiaro se sia stato un calo fisico suo o del cavallo, ma comunque nessuno dei due ha mollato un centimetro. Per alcuni chilometri ha condotto l’animale a piedi, a capezza, dimostrando un rispetto profondo per il suo compagno di gara e sempre, dico sempre, con il sorriso.


Poi l’arrivo, quel traguardo tagliato con il dito puntato verso il cielo, come a dire “L’ho fatto, Pierluigi. Era per te” Nessun gesto sarebbe potuto essere più potente.


Lacrime, abbracci, commozione ma anche una certezza cioè che l’amicizia, quella vera, supera ogni distanza, anche quella più irreparabile.


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Grande Yari, hai corso per due cuori e hai vinto per entrambi.


foto Oreste Testa/Sportendurance

 
 
 

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