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TEST EVENT DEL MONDIALE 2026: LA DURA RISPOSTA DEL DESERTO DI ALULA - PER F.I.S.E. ANDREA WHITE IN MISSIONE

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Lo scorso fine settimana ad AlUla in Arabia Saudita, all’interno del programma di una gara internazionale di endurance, si è svolto il test event dei prossimi FEI World Endurance Championship 2026 fissati per il 28 novembre p.v.

Per la Federazione Italiana Sport Equestri era presente Andrea White, Coordinatore delle Discipline non Olimpiche tra cui l’endurance, impegnata in una missione dal duplice valore, istituzionale e tecnico.

Dal punto di vista istituzionale, l’obiettivo era mantenere un dialogo diretto con FEI e con il comitato organizzatore saudita, la Royal Commission for AlUla, in vista della partecipazione italiana al Mondiale del 2026.

Sul piano tecnico, la White ha potuto osservare da vicino tracciato, protocolli veterinari, gestione dei vet gate, logistica, disposizione box, percorsi di assistenza, raccogliendo indicazioni preziose per i binomi italiani che cercheranno la qualifica e, successivamente, la selezione per l’appuntamento iridato.

La stessa ha presenziato ad alcune riunioni operative e portata a casa documentazione foto e video utile per la prossimo appuntamento iridiato.

L’impressione generale per i colori azzurri è quella di un Mondiale che richiederà cavalli estremamente preparati dal punto di vista metabolico, capaci di gestire terreni variabili, sbalzi di temperatura e velocità medie comunque elevate, soprattutto nelle categorie di vertice.


Un percorso selettivo: il deserto di AlUla non perdona


La severità del tracciato emerge con chiarezza già dalle classifiche. I dati ufficiali di cronometraggio gestiti da Endurance Online (EOL), azienda italiana del settore che lavora nella fattispecie per SISTEMAEVENTI.IT, sport technical team ad AlUla, raccontano di un percorso che ha messo alla prova cavalli e cavalieri.


Le percentuali di arrivi molto basse nelle categorie CEI3* e CEI2* confermano un itinerario che non lascia margine a errori di gestione. Diventano dunque decisive la preparazione del team al seguito e la strategia di gara e la precisione nel lavoro ai vet gate, oltre alla scontata preparazione di cavalli.


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Il CEI3* 160 km, con partenza alle 5:30 del mattino, ha visto solo 4 finisher su 21 partenti, segno evidente della durezza del deserto saudita.

Il percorso era suddiviso in sei loop (36 – 35 – 25,5 – 23,5 – 20 – 20 km) alternando tratti veloci, lunghi falsopiani, sezioni tecniche su sabbia più profonda e tratti su terreno pietroso. A complicare il tutto, la variabilità delle temperature che aumentano progressivamente nel corso della giornata.


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Classifica CEI3* 160 km – Test Event Mondiale 2026


1. Ali Abdulla Ali Bin Zayed Alfalasi (UAE) su Firenze de Limarzel – media 18,403 km/h, gara regolare e gestione impeccabile al vet gate.

2. Rashed Ahmad Seghayer Alktebi (UAE) su JJ VB – media 18,401 km/h, chiude a soli 2 secondi dal vincitore dopo un serrato duello nell’ultimo loop.

3. Dekheel E. D. Almutairi (KUW) su Follow Me Font Noire – media 12,872 km/h, distanziato ma autore di una prova di tenacia su un tracciato che ha mietuto numerose eliminazioni.

4. Ibraheim Alqurashi (KSA) su Saddam – media 12,264 km/h, miglior binomio di casa e unico saudita al traguardo nel 160 km.


AlUla come palcoscenico globale


Per l’endurance internazionale, la pre-ride di AlUla è stata molto più di un semplice test. Ha confermato che il Mondiale 2026 si correrà in uno dei contesti naturali più spettacolari e tecnicamente più impegnativi del calendario FEI.


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La combinazione tra paesaggi unici, patrimonio storico straordinario e importanti investimenti in infrastrutture rende l’evento perfettamente allineato alla strategia saudita di promuovere turismo sportivo e culturale.


CORRERE INFORMATI – AlUla, vetrina del nuovo turismo saudita


Situata nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, AlUla è oggi uno dei centri più dinamici della strategia turistica del Regno.

Nel suo territorio si trova Hegra (Mada’in Saleh), la prima iscrizione saudita nel Patrimonio Mondiale UNESCO, con oltre 110 tombe monumentali scavate nella roccia dai Nabatei più di 2.000 anni fa, spesso paragonate a quelle di Petra.

L’oasi è circondata da palmeti e da un anfiteatro naturale di rocce di arenaria modellate dal vento. Qui sorgono anche la Old Town, il sito epigrafico di Jabal Ikmah, e icone paesaggistiche come Elephant Rock e Maraya, il celebre “cubo di specchi” utilizzato per concerti ed eventi culturali di portata internazionale.


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La Royal Commission for AlUla ha avviato un piano di sviluppo decennale che comprende infrastrutture, musei, hotel e programmi di sostegno alle imprese locali, con l’obiettivo di accogliere fino a 2 milioni di visitatori annui e generare circa 120 miliardi di riyal entro il 2030.


In questo quadro, AlUla è diventata un vero e proprio hub per gli sport outdoor come il ciclismo (AlUla Tour), il trail running, le competizioni nel deserto come la Desert Blaze e, naturalmente, i grandi eventi di endurance equestre.

 
 
 

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