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MARTINA CASSIN: A VOLTE UNA DEVIAZIONE E' IN REALTA' IL PERCORSO GIUSTO

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ANIMA ENDURANCE - Dopo Santa Susanna mancava all'appello il commento a freddo di Martina Cassin e di Damiano Vicario. Quest'ultimo lo attendiamo mentre l'altro è appena arrivato in redazione carico di stimoli e di passione.


Microfono a Martina dunque:


"Quella di Santa Susanna è stata la mia prima CEI2*, per me e per Ikram.

Un debutto vero, pieno di aspettative, di rispetto, di desideri che da tempo mi portavo dentro.

L’obiettivo era semplice, per modo di dire; arrivare al traguardo, passo dopo passo, senza forzare nulla, lasciando che fosse la strada a guidarci.

Ma Ikram… Ikram aveva un altro piano. Era talmente carico, vivo, pronto a scattare, che a tratti sembrava di trattenere un pezzo di tempesta a mani nude. Lavorare per mantenerlo nella posizione finale è stato un esercizio di concentrazione pura; se fosse dipeso da lui, avrebbe affrontato al galoppo perfino la famigerata salita di Santa Susanna.

E mentre lo sentivo fremere sotto di me, ho capito che quel cavallo non voleva semplicemente partecipare… voleva dimostrare chi era.


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L’endurance per me è una scoperta recente, anche se la mia vita è sempre stata intrecciata ai cavalli.

Da due mesi ho aperto, insieme a Riccardo Rusconi, Noor, una piccola scuola di endurance sul Lago di Como, un sogno ancora giovane, ma pieno di luce.

Ogni giorno, a casa, vedevo quella targhetta di Santa Susanna 2018, quando Zambesi arrivò quinto.

La guardavo e mi dicevo: “Chissà se un giorno ci riuscirò anch’io…”. Era un pensiero che tenevo per me. E invece, quest’anno, volevo essere lì proprio con lui, Zambesi, per accompagnarlo nell’ultima gara della sua incredibile carriera, a 19 anni, e chiuderla insieme, come un cerchio perfetto.


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Ma il destino aveva altri disegni.

Per un errore tecnico non abbiamo potuto iscriverlo, e quella trasferta è iniziata con un amaro difficile da mandare giù.

Poi una serie infinita di imprevisti ha continuato a rendere tutto incerto, fino al punto che, all’ultimo minuto, non sapevo neppure se sarei partita davvero. È stato un inizio pieno di incastri e variabili, da gestire uno alla volta.

Ikram, appena qualificato per le 2*, non era neppure scontato che lo iscrivessimo.

Era la scelta meno prevedibile… e proprio per questo la più sorprendente.

Eppure è stato lui a trasformare tutto.

Sapevo avesse un grande cuore ma non immaginavo fino a che punto fosse capace di illuminare una gara. In gara ha mostrato una determinazione feroce, una forza che sembrava inesauribile, una voglia di andare avanti che mi ha commossa.

Non un semplice cavallo, ma un compagno, un guerriero gentile.

E così, ciò che era iniziato con incertezza e rimpianto si è trasformato in una delle esperienze più intense della mia vita.

Santa Susanna mi ha insegnato che a volte ciò che sembra una deviazione è in realtà il percorso giusto.


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Voglio ringraziare di cuore i miei assistenti, che sono stati le mie mani, i miei occhi e la mia calma quando tutto sembrava sfuggire.

Ringrazio Riccardo Rusconi, sempre al mio fianco, con una presenza che mi sostiene e mi dà solidità. Senza di lui forse non avrei nemmeno fatto questo passo nell’endurance.

Un grazie speciale a Zambesi, che mi ha portata fin qui anche senza correre, con la sua presenza che resta una bussola.

Naturalmente grazie a Ikram, il cavallo dei sogni scelto da Emiliano Serioli.

Infine grazie a Sportendurance per l'opportunità di raccontarmi".


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