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A MARINA DI PISA, STORIE DI ENDURANCE E DI SANGUE

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  • Tegia de Pine, una cavalla nata per caso, ma destinata a lasciare il segno.

  • Cerchi una sella Sterlè e trovi una storia da colpo di scena della vita.


Non sapevamo quale titolo fosse più adatto perché le storie spesso nella vita si incrociano naturalmente regalandocene a volte qualcuna bella come quella che segue.


Al termine di ogni gara internazionale, andiamo a cercare storie avvincenti da raccontare con lo scopo di far conoscere l'endurance a chi non lo pratica, a chi vorrebbe avvicinarsi o a chi, semplicemente, è curioso di sapere dunque di crescere.

In realtà stavamo cercando cavalli in alto nelle classifiche FEI che utilizzassero le selle da Endurance Sterlè che in tanti vogliono e cercano, non soltanto perché realmente Made in Italy bensì per la loro efficacia in sella.

Ebbene il lavoro è risultato facile in CEIYJ2* perché nella casella di bronzo abbiamo trovato Matteo Vurchio e Toskana, cavaliere figlio diretto del patron di Selle Sterlè, Robert e di Serena Vittor che non ha bisogno di presentazioni.


3° posto al CEIYJ2* Marina di Pisa - Matteo Vurchio e Toskana
3° posto al CEIYJ2* Marina di Pisa - Matteo Vurchio e Toskana

Avremo modo e tempo di parlarne ma continuando la nostra ricerca e scrollando fino alla CEIYJ1*, spunta fuori un nome in seconda posizione e con la best condition al collo, che indossava selle Sterlè e che dunque ha stimolato la nostra curiosità.


Cerchi una sella e trovi una storia da colpo di scena della vita!!


Insieme ad Andrea Forni, grande appassionato di cavalli e di genealogie, scavando un po' abbiamo scoperto una storia che sembra scritta dal destino e quella di Tegia de Pine ne è la prova vivente.

Una cavalla che, nonostante lo splendido pedigree, si può dire sia nata un po’ per caso.

Figlia del 2017 di Pan Dor e Trabadja, la giovane cavalla si è recentemente messa in luce con l'argento di cui sopra montata da Aurora Bernardo del centro ippico Equiart dunque allieva di Robert Vurchio/Sterlè Saddles.

Un risultato importante che assume un sapore ancora più speciale se si conoscono le sue origini nate, si potrebbe dire, per ironia della sorte.


2° posto in CEIYJ1* Marina di Pisa - Aurora Bernardo e Tegia de Pine
2° posto in CEIYJ1* Marina di Pisa - Aurora Bernardo e Tegia de Pine

Trabadja, la madre, era arrivata in Italia con un destino già scritto. Proveniente da un pedigree d’eccellenza e mamma tra gli altri di Nil Blanc che arrivò secondo nell'Arc de Triomphe dei PSA quindi mamma di cavalli da gruppo 1 per intenderci, era stata acquistata da Mattia Cadrobbi, allevatore visionario e fondatore dell’Allevamento Raza de Pine in Trentino.


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L’obiettivo era chiaro, produrre soggetti Purosangue Arabi da corsa capaci di lasciare il segno ma la sorte si sa, non sempre segue i piani degli uomini.

Dopo ripetuti tentativi di fecondazione artificiale, Trabadja fu dichiarata sterile!!

Una sentenza pesante che sembrava aver chiuso per sempre il capitolo delle sue discendenze.

Eppure la vita che a volte sembra voler giocare con il destino, aveva in serbo un epilogo inatteso.

Trasferita in Valcamonica, nella celebre Endurance Valley, Trabadja trovò ospitalità presso la scuderia di Alessandro Martinazzi. Lì, senza più ambizioni riproduttive, avrebbe dovuto semplicemente condividere il paddock con Pan Dor, un maestoso stallone baio dal portamento fiero e dal carattere gentile.


Pan Dor merita qui, una parentesi a parte


È il frutto di un’idea audace dello stesso Martinazzi, che in Valsugana scoprì Gitana, cavalla grigia e sorella piena del leggendario Pandus.

Da quell’intuizione, l’incrocio tra i due fratelli e nacque Pan Dor. Un esperimento ardito, un atto d’amore verso la genetica e il coraggio dell’allevatore, ma questa, come si suol dire, è un’altra storia benché il destino però, aveva deciso di intrecciarle.

Nonostante la diagnosi di sterilità, Trabadja rimase gravida durante la convivenza con Pan Dor.

Un evento inaspettato, quasi miracoloso, così, in un angolo di Valcamonica, nacque Tegia de Pine, una puledra che nessuno si aspettava ma che oggi si insinua tra le realtà più promettenti del panorama dell’endurance italiano.


Oggi Pan Dor vive in Francia ospite dell’allevatrice Berengere Fayt, custode della linea russa in purezza.

In Italia forse non è stato pienamente compreso, lasciando dietro di sé solo pochi discendenti ma in Oltralpe ha finalmente trovato il riconoscimento che meritava. Nell’ultimo anno ha coperto una ventina di fattrici, tra cui alcune appartenenti al rinomato Yves Richardier.


Aurora e Tegia
Aurora e Tegia

E così, guardando Tegia de Pine volare leggera sulle piste di endurance, è impossibile non pensare a lei come a un dono del caso, o forse del destino.

Una cavalla nata quando ormai nessuno ci credeva più, e che oggi porta alto il nome del suo sangue.


Un’ultima ma significativa coincidenza: dei pochi prodotti di Pan Dor impegnati nell’endurance — appena tre — ben due si sono distinti negli ultimi dieci giorni.

Indian Violet (2016) e Tegia de Pine (2017) hanno entrambe conquistato il secondo posto in due eventi internazionali di rilievo.

Un risultato che, più di ogni parola, conferma la forza e la nobiltà di una linea di sangue che dopo anni di silenzio, ha ancora molto da raccontare.



In collaborazione con Andrea Forni,

foto Oreste Testa e Chiara Gobbetti x Sportendurance


@riproduzione riservata



 
 
 

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