NELL'ENDURANCE C'E' ANCORA QUALCOSA CHE SI E' PERSO NELLE ALTRE DISCIPLINE; NINA PROCHAZKA SI RACCONTA
- Luca Giannangeli
- 18 ore fa
- Tempo di lettura: 3 min

L'indomani del bell'argento centrato in CEI1* 100 km. da Nina Prochazka e Dachs all'Endurance Festival Bavaria di Buch (Ger), l'abbiamo intercettata telefonicamente per farci raccontare un po' la sua esperienza e qualche altra sensazione personale.
Cordiale, gentile e e sorridente, l'amazzone del Team Hamasa Katib ci ha concesso qualche minuto di piacevoli chiacchiere ricche di spunti re riflessioni profonde.

...a Nina il microfono
Sono Nina, ho 46 anni e sono nata e cresciuta in Germania.
Nel 2009 sono venuta a vivere in Italia, in Toscana per la precisione per motivi famigliari.
Io sono mamma di 4 figli maschi avuti da due relazioni differenti, aiuto!
Ho iniziato subito a montare a cavallo una volta in Italia; provengo dal mondo del salto ostacoli dove da juniores, in Germania, ho partecipato a diverse gare internazionali.
Mio padre era istruttore e commerciante di cavalli dunque mi ha sempre seguito anche nel percorso sportivo.
Questo mi ha fatto molto piacere perché, anche se sono di parte per carità, penso sia uno degli uomini più competenti nel mondo dei cavalli che io conosca.
Ho iniziato a occuparmi nel 2013 di endurance allenando cavalli di un cavaliere in Toscana per poi realizzare il mio sogno nel 2017 mettendomi in proprio.
Oggi alleviamo e montiamo cavalli in famiglia insieme a mio marito Alfio Auzzi e a suo fratello Alex, che è maniscalco.

Nel 2018 è nato il mio cavallo Dachs (Levan x Athiax) che ho visto nascere proprio davanti a casa.
Fin da subito si è dimostrato un cavallo sveglio, curioso e attento e lo è ancora oggi.
L’ho domato personalmente, abbiamo fatto insieme tutto il percorso che ci ha portato a questo risultato di Buch che mi riempie di gioia.
Ho sempre creduto in lui, non è il mio cavallo, è il mio amico e compagno di viaggio.
La mia più grande soddisfazione è stato vedere mio padre farmi assistenza a Buch e poi elargire apprezzamenti positivi su questa nostra disciplina.
A fine gara mi ha confidato che l'endurance è uno sport duro, massacrante; anche se i cavalli vengono preparati a dovere per tali sforzi, devono avere attorno staff idonei, preparati quanto loro sia teoricamente che praticamente, soprattutto se si ambiscono a risultati importanti.
E' una pratica equestre molto bella dove tutti fanno la gara di endurance, non solo chi è in sella ma pure chi lavora a terra. Assistenti, maniscalchi, famigliari, veterinari, tutti corrono durante la giornata e se non è endurance quello!!
Forse nell'endurance c'è ancora qualcosa, qualche valore che si è perso nelle altre discipline, c'è un maggiore coinvolgimento emotivo e spesso collaborazione tra i team.
Sarà perché una gara di endurance è lunga, stancante, quindi quando si incrociano gli sguardi degli altri si capiscono al volo le difficoltà comuni.

A questo punto colgo l'occasione che mi ha dato Sportendurance di ringraziare qualcuno partendo dai miei figli dunque la mia famiglia.
Grazie del supporto al mio team Hamasa Katib e a Ita Marzotto con la quale ho fatto il viaggio per Buch.
Grazie a lei ho potuto allenare nel suo fantastico centro Belvedere Horses Training Centre e portare in Germania il mio Dachs in splendida forma.
Un grazie speciale anche a Chiara Vivarelli e Alessandro Generali perché Dachs è figlio di Athiax e del loro stallone Levan.
Per me Buch è stata una bellissima esperienza, è stato un raccogliere dei frutti importanti e quindi ora non vedo l'ora di correre in CEI2*, vedremo...
Grazie di cuore ❤️
Foto by Barbara Miller x Sportendurance
Commenti