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Montechiarugolo: un lettore racconta
Riceviamo e pubblichiamo il racconto "sfortunato" della gara corsa a Montechiarugolo da parte di Doris Ingebor Witthuser che vediamo in foto by M.F. Zambelli.
"Sfortunata la 160 di Montechiarugolo del 14 Maggio per la nostra Saria, eliminata per una leggera zoppia all'anteriore dx dopo 139 km.
Che Saria (nata nel 1996) sia una forza della natura, nonostante due eliminazioni in quattro anni di gare, lo dimostrano i parametri dei cartellini veterinari che migliorano dopo ogni anello (come un motore Diesel).
A supporto di quanto detto i complimenti dei veterinari, i tempi di recupero, le medie gara, le condizioni fisiche del giorno dopo e le innumerevoli best condition che ha vinto in gare anche di alto livello. Se teniamo conto dell'età e dell'inizio tardivo delle competizioni comprendiamo perché esperti del ramo (non solo italiani) dicano che di esemplari così ne nasce uno ogni cent'anni.
[caption id="attachment_4524" align="aligncenter" width="450" caption="Doris, Garda 2010"]
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Certo ha i suoi difetti: le gambe corte, non è bellissima, ha un debole per il cibo (quest'inverno ha avuto una colica di dieci giorni per aver rubato e divorato una grossa quantità di mele congelate), un carattere difficile (i ragazzi del maneggio di Sauris la chiamavano la Tro.. !)… ma è una "tosta".
L'affiatamento con Doris è consolidato da un rapporto di fiducia e amore, insieme riescono a fare cose che rasentano l'incredibile (chi le conosce... capisce).
Doris Witthüser nasce nel 1954 in Germania. Sale a cavallo a cinque anni e non scende più. Impara tutto in una nota scuola d'equitazione tedesca dove in seguito insegna volteggio ai bambini, partecipa e vince diverse gare di salto ad ostacoli montando (unica) un cavallo cieco a un occhio, emigra nel 1980 in Italia, diventa istruttrice di volo libero (deltaplano) e collabora con una scuola di volo di Aviano fino al 2000 per poi dedicarsi totalmente all’addestramento di cavalli arabi Shagya presso l'Allevamento delle Rive di Peter Windrath. Pesa 50 kg. e ne perde tre ad ogni gara, la chiamano il " Generale ". Insiste nel dire che gli Shagya hanno "qualcosa in più". Pregi: modesta e sensibile; Difetti: ruvida e cocciuta. Il sogno: una gara a Florac o alla Tevis Cup.
Doris parla della gara di Parma
Nonostante l'eliminazione sono molto contenta di Saria, andava come un treno, dopo i primi quattro anelli era incredibilmente in forma. Ha avuto un momento d’incertezza all'inizio del quinto anello (pensava che la gara fosse finita) ma poi ha ripreso senza sforzo la sua normale andatura e a dire il vero aveva aumentato la velocità nel trotto (la sua forza) fino a pochi metri dall'ippodromo.
In quel luogo c'erano i box e Saria , memore della doccia che aveva fatto nella pausa lunga, girava improvvisamente a destra. Nel riprenderla l'anteriore destro è affondato/scivolato nella sabbia, ma poi viaggiava nuovamente dritta. Dopo l'arrivo e il rinfresco si notava però una leggera zoppia all'anteriore destro e la gara era finita. Ho sbagliato io a richiamarla improvvisamente con troppa forza. Sono abituata a lasciarla fare: in gara decide autonomamente l'andatura, i sorpassi, il miglior terreno sulla pista, in salita è incredibile, dosa le sue forze in modo istintivo e ogni forzatura disturba il suo equilibrio naturale. Vista la media di 16.2 del quinto anello, entro i primi cinque per tutta la gara, penso che, senza il mio errore, la Best Condition (per me ben più importante del vincere la gara) sarebbe sicuramente stata a portata di mano. Nonostante l'eliminazione, ripeto, mi sono divertita: la gara era ben organizzata, la giornata calda ma bellissima, la pista dura e selettiva (forse, per Saria, poche salite).
Ho avuto la possibilità di osservare il bellissimo assetto della nr.105 (Marion Gauthier Foichat), scambiare due parole e "quattro passi" con la simpatica Alessandra Brunelli e l'altrettanto simpatico Antonio Vaccarecci.
Un po' delusa dal comportamento poco sportivo di alcuni sia in gara come fuori...
Ringrazio il mitico Marco (è simpatico a Saria) e le due venete Alice e Sara per l'assistenza."
Lettera firmata
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Certo ha i suoi difetti: le gambe corte, non è bellissima, ha un debole per il cibo (quest'inverno ha avuto una colica di dieci giorni per aver rubato e divorato una grossa quantità di mele congelate), un carattere difficile (i ragazzi del maneggio di Sauris la chiamavano la Tro.. !)… ma è una "tosta".
L'affiatamento con Doris è consolidato da un rapporto di fiducia e amore, insieme riescono a fare cose che rasentano l'incredibile (chi le conosce... capisce).
Doris Witthüser nasce nel 1954 in Germania. Sale a cavallo a cinque anni e non scende più. Impara tutto in una nota scuola d'equitazione tedesca dove in seguito insegna volteggio ai bambini, partecipa e vince diverse gare di salto ad ostacoli montando (unica) un cavallo cieco a un occhio, emigra nel 1980 in Italia, diventa istruttrice di volo libero (deltaplano) e collabora con una scuola di volo di Aviano fino al 2000 per poi dedicarsi totalmente all’addestramento di cavalli arabi Shagya presso l'Allevamento delle Rive di Peter Windrath. Pesa 50 kg. e ne perde tre ad ogni gara, la chiamano il " Generale ". Insiste nel dire che gli Shagya hanno "qualcosa in più". Pregi: modesta e sensibile; Difetti: ruvida e cocciuta. Il sogno: una gara a Florac o alla Tevis Cup.
Doris parla della gara di Parma
Nonostante l'eliminazione sono molto contenta di Saria, andava come un treno, dopo i primi quattro anelli era incredibilmente in forma. Ha avuto un momento d’incertezza all'inizio del quinto anello (pensava che la gara fosse finita) ma poi ha ripreso senza sforzo la sua normale andatura e a dire il vero aveva aumentato la velocità nel trotto (la sua forza) fino a pochi metri dall'ippodromo.
In quel luogo c'erano i box e Saria , memore della doccia che aveva fatto nella pausa lunga, girava improvvisamente a destra. Nel riprenderla l'anteriore destro è affondato/scivolato nella sabbia, ma poi viaggiava nuovamente dritta. Dopo l'arrivo e il rinfresco si notava però una leggera zoppia all'anteriore destro e la gara era finita. Ho sbagliato io a richiamarla improvvisamente con troppa forza. Sono abituata a lasciarla fare: in gara decide autonomamente l'andatura, i sorpassi, il miglior terreno sulla pista, in salita è incredibile, dosa le sue forze in modo istintivo e ogni forzatura disturba il suo equilibrio naturale. Vista la media di 16.2 del quinto anello, entro i primi cinque per tutta la gara, penso che, senza il mio errore, la Best Condition (per me ben più importante del vincere la gara) sarebbe sicuramente stata a portata di mano. Nonostante l'eliminazione, ripeto, mi sono divertita: la gara era ben organizzata, la giornata calda ma bellissima, la pista dura e selettiva (forse, per Saria, poche salite).
Ho avuto la possibilità di osservare il bellissimo assetto della nr.105 (Marion Gauthier Foichat), scambiare due parole e "quattro passi" con la simpatica Alessandra Brunelli e l'altrettanto simpatico Antonio Vaccarecci.
Un po' delusa dal comportamento poco sportivo di alcuni sia in gara come fuori...
Ringrazio il mitico Marco (è simpatico a Saria) e le due venete Alice e Sara per l'assistenza."
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