
Poche ore ormai mancano alla partenza del Mongol Derby, il raid equestre più lungo del mondo che solcherà 1000 km di steppa nelle lande desolate della Mongolia di Gengis Khan.16 in tutto i cavalieri, provenienti da Inghilterra, Belgio, Olanda, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Australia, Sud Africa, che dovranno adattarsi ai piccoli cavalli autoctoni e alle loro serrate andature: 1000 km di steppa estenuante da percorrere in soli 10 giorni.La corsa, ma faremmo meglio a chiamarla impresa, si preannuncia densa di fascino e di avventure per il paesaggio estremo di natura incontaminata e impervia, frustata dai venti e dalle feroci escursioni termiche. Il percorso si snoda interamente nella Mongolia centrale attorno alla valle dell’Orkhon che dal 2004 è Patrimonio dell’Unesco. Partendo dall’antica capitale Karakorum, la
Montagna Nera, i binomi toccheranno le seguenti località: Burd, Ondorshireet, Bayan, Jargaltkhaan, Omnodelger, Bayan-adrag, Binder Soum dove è fissato l’arrivo.Il raid, nel pieno rispetto delle antiche tradizioni e della cultura locale, è un omaggio al glorioso passato della Mongolia di Gengis Khan di cui rievoca l’efficientissimo sistema di messaggerie postali a cavallo, chiamate Morin Urtu (
Morin = cavallo) in grado, con le sue stazioni di cambio cavalli, di collegare ogni angolo dello sconfinato impero delle steppe. Come i messaggeri di un tempo i cavalieri avranno a loro disposizione, ogni 40-48 km circa una stazione di cambio cavalli e un’area ristoro (con carne di montone e latte fermentato) nelle gher, tradizionali tende circolari di legno e feltro.

La sfida metterà a dura prova le abilità e le attitudini dei concorrenti mentre un rigore assoluto è previsto nel regolamento di gara in tema di salute e incolumità dei cavalli.
Le commissioni veterinarie internazionali, compose di medici FEI e veterinari locali, saranno presenti lungo tutto il percorso. Ad ogni stazione di cambio è prevista una visita dei cavalli in entrata e dei sempre diversi cavalli in uscita, in modo che ciascuno non percorra più di una sola tappa. La gara non è FEI ma nel caso di zoppie o infortuni al cavaliere sono comminate penalità in punti e persino in denaro.
Il lavoro di preparazione e training si è svolto con la cooperazione degli staff veterinari internazionali, in collaborazione con le Associazioni di allevatori e con la partecipazione delle comunità autoctone mongole nelle cui mandrie sono stati scelti i migliori esemplari per salute, forza, temperamento e prestanza e a cui faranno ritorno i cavalli a manifestazione conclusa.

Con piacere riportiamo che parte del ricavato delle iscrizioni sarà devoluto in beneficienza alle Associazioni internazionali no profit che da anni operano in Mongolia a sostegno di progetti umanitari.
Non resta che aspettare alle 9.00 di domani, ora locale, quando il tamburo di partenza sarà avatar dei cavalieri delle steppe.
Aggiornamenti a seguire.
Testi e foto Martina Folco Zambelli