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Registrato all’endurance il primo Marwari Horse in Europa
Occhi vivaci, andatura fiera, Nazarulla, sabato mattina ai nastri di partenza del raid di Santpedor (Spagna) si è fatto notare. E se particolare è il nome di questo stallone baio, fuoco di narici e ardore di zoccoli, la razza lo rende speciale davvero per bellezza ed eleganza. Il suo passaporto dice a chiare lettere “Marwari Breed” mentre le sue origini parlano di re e principi dell’India, di tesori e di ricchezze, di sabbia e di deserto rajasthano.
Nazarulla è il primo Marwari Horse registrato ufficialmente nella Federazione equestre catalana per l’endurance e lo scorso 15 maggio ha debuttato, con l’amazzone Cristina Villaseca, nei 40 km di gara al raid di Santpedor ai piedi dell’ascetica valle di Montserrat, con una dignitosa 22° posizione su oltre 40 binomi iscritti. “Questo per noi è un grande risultato” racconta Mario Calcagno, proprietario e allevatore “è l’ingesso ufficiale del Marwari nelle competizioni internazionali di tutta Europa. Ora puntiamo a Santa Susanna, senza fretta ma senza demordere”.
[caption id="attachment_1889" align="aligncenter" width="550" caption="Nazarulla e l'amazzone Cristina Villaseca"]
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Nazarulla, assieme a due fattrici sono gli unici Marwari Horse in Europa e importati lo scorso ottobre nelle scuderie della Caballos Marwari (Can Riu. Todera. Spagna) rientrano dal 2005 in un più ampio progetto di salvaguardia e promozione della razza, “Save the Marwari breed”, gemellato in India con la Marwari Horse Society di Sua Altezza Reale il Maharaja di Jodhpur e in Italia con l’associazione Il Caleidoscopio.
E se Nazarulla entra nell’endurance in Spagna, un’altra porta reale si è aperta ai Marwari, quella di Buckingham Palace. La notizia, che da un pò circola in India, è stata ufficializzata dal Today News of India: Francesca Kelly porterà i dancing horse al cospetto della Regina Elisabetta d’Inghilterra in occasione delle celebrazioni del Giubileo di Diamante per i 60 anni di regno britannico.
Un ultima nota. Se il cuore con cui gareggia il Marwari non fosse sufficiente a riconoscerlo tra gli atleti, guardategli tra le orecchie, la natura gliene ha messo uno anche lì.
Testo e foto Martina Folco Zambelli

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