top of page
Quel bronzo tanto sperato si è concretizzato
Il responso finale all’imbrunire, ha lasciato tutti sbalorditi.
I volti delle assistenze e dello staff della nazionale presenti al vet gate dove Fonni trottava con Carlo Di Battista, erano stralunati.
Sembrava quasi che tutti avessero paura di gioire; gli sguardi si incrociavano in cerca di conferme…”ma è vero? Siamo in medaglia?” Questo il ritornello fino all’urlo liberatorio del CT azzurro Ugo Sacco e via libera agli abbracci e alle reciproche congratulazioni.
Il team Italiano si è comportato egregiamente sin dalle prime battute di gara. Oltre 18 km/h la media del primo giro, piccolo rallentamento il secondo e poi ancora costanti senza lasciarsi prendere dalla voglia di inseguire e di tirare.
Si è chiesto ai cavalli uno sforzo non indifferente, quel qualcosa in più che solo in queste occasioni si può reclamare.
Ad arrendersi al responso, tra l’altro corretto dei vet, è toccato a Silvia Scapin e Santoreggia amazzone perfetta sia in sella che in gara.
Quelle lacrime sul viso di Silvia, dopo che tanti km. erano stati macinati, erano particolarmente salate; la famiglia, il compagno e gli amici le hanno prontamente ricordato il grande contributo portato al team sia in gara che nei giorni precedenti, quando l’atmosfera diventava tesa.
Santoreggia è stata rivista trottare 4 volte perché la zoppia era impercettibile ma presente.
Ci sentiamo di dirti, “tranquilla Silvia, la medaglia è certamente anche tua”.
[caption id="attachment_10402" align="aligncenter" width="560" caption="Silvia Scapin/Santoreggia"][/caption]
Che dire del sempre sorridente Giampiero Ricci che anche quando il suo Fahndango si è fermato sul percorso tirando i remi in barca, ha avuto una parola per alleggerire la situazione.
Complimenti Giampiero, questo è l’atteggiamento giusto per chi ha scelto l’endurance come sport. Quando non si ride più, quando l’endurance diventa ansia, tensione, forse si è sbagliato sport, meglio cambiare.
[caption id="attachment_10403" align="aligncenter" width="560" caption="Giampiero Ricci/Fahndango"][/caption]
Carlo Di Battista è stato per un po’ con lui al momento della crisi ma non poteva compromettere il risultato di squadra, dunque ha giustamente proseguito.
Ma veniamo agli autori dell’impresa, Daniele Serioli, Melania Serioli e Carlo Di Battista.
Neanche una doppia sferratura per Fonni ha messo in dubbio il risultato; lo stesso Carlo ha dichiarato che non gli era mai capitato in gara di sferrare due volte ma evidentemente in questo caso ha portato bene!!
Gara magistrale per tutti frutto di una programmazione e di una preparazione tarata per l’evento Europeo.
I trotti finali di Pica de Cardonne e di Fonni erano perfetti, addirittura quello di Cala Gonona, a nostro avviso, superbo.
Davanti a noi una Spagna che sa un po’ di Italia grazie alla presenza del dott. Pochesci e un po’ di Emirati Arabi grazie a Mr. Jouma, nuovo Campione d’Europa e una sempre superlativa Francia con un Jean Philippe Frances, argento, imprendibile.
La scelta dei componenti della squadra azzurra è arrivata grazie ad una selezione vera, rigorosa, sul campo e con l’ausilio di strumenti.
I risultati ottenuti in gara prima dell’Europeo e la qualità dei team alle loro spalle, hanno portato il CT a fare scelte che la realtà ha poi confermato, azzeccate.
La presenza del dott. Massimo Puccetti è stata fondamentale, per certi versi rassicurante grazie alla sua esperienza sui deserti del Medioriente.
Come non notare la saggezza di Giovanni Di Battista, sempre attento e rapido nelle scelte o la scaltrezza di Emiliano Serioli, la dedizione di Roberto Minnucci, la serietà di Jonny Scola e di sua mamma, la generosità di Alessandra Acutis e di Jacopo Lorenzelli, i trotti guidati da Dario, la costante presenza dei parenti e degli amici dei cavalieri azzurri (non ce ne vogliano i non menzionati ma non conosciamo i nomi di tutti).
Insomma una bella Italia, una bella giornata trascorsa sul terzo gradino del podio d’Europa.
Con affetto
Sportendurance
bottom of page