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Diana mette un piede negli States...

All'indomani della sua straordinaria performance ottenuta con Pervinca al CEI3* di Rambuillet in Francia, l’amazzone emiliana Diana Origgi racconta la sua esperienza, quella di sua sorella Angela con un plauso particolare alla ormai certezza, Daniele Massobrio. Era da tempo che un italiano non entrava nei top-ten a Rambouillet. Come hai centrato l’inaspettato obiettivo? E’ stata una gara molto impegnativa per la qualità dei binomi presenti e per il percorso cambiato rispetto alle precedenti edizioni. Rambouillet è una gara famosa per essere tutta pianeggiante mentre il nuovo tracciato si è rilevato più mosso e quindi più impegnativo. Durante il secondo giro è poi caduta una pioggia torrenziale che ha reso il percorso molto scivoloso e insidioso; l’acqua del temporale e il clima caldissimo del giorno prima, hanno infine creato una condizione meteo caratterizzata da una forte umidità nel sottobosco che ha contribuito ad aumentare il livello di difficoltà della gara. Tanti hanno seguito la tua gara dall’Italia e come noi, sono rimasti impressionati dalla tua rimonta al giro finale. Raccontaci… E’ stata una sorpresa anche per me… non era programmata, io ho semplicemente continuato la mia gara alla media che ci eravamo imposti e mi sono trovata a superare senza difficoltà cavalli che man mano erano costretti a rallentare perché stanchi. La cosa che più mi da soddisfazione è essere arrivata al traguardo con la mia Pervinca in ottime condizioni. Non ti è mai passata per la testa la tentazione di di provare a spingere ancora di più sull’acceleratore, magari per conquistare il podio? L’idea c’è stata ma alla fine del secondo giro. Fino ad allora avevo viaggiato costante nelle retrovie ma se avessi voluto tentare la sorte avrei dovuto cominciare a spostarmi con i primi in questa fase della gara, dopo sarebbe stato troppo tardi. Tutti noi però sappiamo che questa prova mi serviva per presentare la mia cavalla al nuovo CT e concorde con il sig. Pesce ed il dott. Gagliardi abbiamo scelto di continuare con media costante tutta la gara riducendo così i rischi per Pervinca. Quindi, hai in tasca il biglietto per il Kentucky? Penso di essermi guadagnata sicuramente una convocazione al primo ritiro…il resto si vedrà…certo mi piacerebbe partecipare ad un mondiale con la figlia di Jasmineh… sarebbe splendido, speriamo, con i cavalli non si può mai dire: è fatta! Ti abbiamo vista in gara con tua sorella Angela; non accadeva da tanto tempo. Cosa hai provato e , cosa le è successo? Ci siamo divertite molto, anche perché questa volta avevamo due cavalle molto simili dal punto di vista delle andature e quindi riuscivamo a viaggiare bene in coppia. Purtroppo la cavalla di Angela che era al debutto in 160 km, durante l’ultimo giro ha avuto un calo di prestazione e lei ha preferito rallentare per non trovarsi in difficoltà durante l’ultimo giro. Sfortuna vuole che è stata poi fermata alla “respection” prima di ripartire per l’ultimo giro. Bella anche la prestazione di Daniele Massobrio vero? Melissa è stata forte come sempre, questa è la sua quarta 120 terminata e considerando la qualità del la manifestazione, siamo davvero soddisfatti; a Daniele serviva la qualifica per tentare di entrare in nazionale ed è riuscito nell’intento. A prescindere dal risultato, Daniele è giovane e promettente per cui più gare mette in cassaforte, maggiori saranno le sue potenzialità per il futuro; ad oggi ha già un curriculum di tutto rispetto. Osservando la qualità e l’altisonanza dei nomi in gara, ti sei sentita a tuo agio o hai provato un po’ di soggezione? Un po’ di soggezione c’è sempre quando parti per una gara dove al via si presentano 60 cavalli, quindi è normale essere tesi. Man mano che la gara proseguiva però mi sono tranquillizzata perché con la mia Pervinca riuscivo a tenere l’andatura senza problemi. Ha contribuito molto a mantenermi serena la mia assistenza, sono ormai dei veri e propri “professionisti”. Nicolò, Alice, Daniele, Silvano, Luca e naturalmente papà Gino; ormai bastano poche parole, qualche sguardo che tutti ci coordiniamo con efficienza. Un mio grande grazie oltre che a Pervinca, va anche a loro. Se il progetto Kentucky andasse in porto, come immagineresti il tuo mondiale? E’ troppo presto per pensarci e nel caso fossi selezionata, tante sono le componenti da considerare partendo dagli obiettivi che il CT e la Federazione ci comunicheranno. E’ importante avere delle direttive precise e puntuali in odo tale da studiare nei minimi particolari una trasferta così delicata. Spero solo che quel giorno, se mai arriverà, io e Pervinca saremo nelle condizioni di correre e non semplicemente di partecipare. Cogliamo l'occasione per ringaziare per la preziosa collaborazione, Alice Repetti che, oltre a nutrire un amore profondo nei confronti dei cavalli e dell'endurance, dimostra rara sensibilità e serietà nell'affrontare le sfide che le abbiamo proposte; grazie.
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